Notule
(A cura di
LORENZO L. BORGIA & ROBERTO COLONNA)
NOTE E
NOTIZIE - Anno XVII – 09 maggio 2020.
Testi pubblicati sul sito www.brainmindlife.org della Società Nazionale
di Neuroscienze “Brain, Mind & Life - Italia” (BM&L-Italia). Oltre a
notizie o commenti relativi a fatti ed eventi rilevanti per la Società, la
sezione “note e notizie” presenta settimanalmente lavori neuroscientifici
selezionati fra quelli pubblicati o in corso di pubblicazione sulle maggiori
riviste e il cui argomento è oggetto di studio dei soci componenti lo staff dei recensori della Commissione Scientifica della Società.
[Tipologia del testo: BREVI INFORMAZIONI]
Scoperti DAA
nell’Alzheimer in rapporto con genetica e invecchiamento. Il ruolo
delle cellule diverse dai neuroni nella progressione della malattia di
Alzheimer non è ancora bene conosciuto. Michal
Schwartz, Naomi Habib e colleghi, indagando questo ruolo
in un modello murino di neurodegenerazione alzheimeriana, hanno usato il
sequenziamento RNA del singolo nucleo, che ha consentito loro di identificare
una nuova sottopopolazione di astrociti associati alla patologia (Disease Associated Astrocyte,
DAA). I DAA identificati apparivano già nelle prime fasi della malattia e
crescevano di numero col progredire del processo neurodegenerativo. I
ricercatori, dopo aver reperito i nuovi DAA in topi senescenti a genotipo
naturale, hanno poi scoperto una simile popolazione astrocitaria in cervelli
umani di persone anziane, suggerendo un rapporto di questo sotto-tipo di
cellule gliali con fattori genetici e invecchiamento. [Naomi Habib et al. disease-associated astrocytes in Alzheimer’s
disease and aging. Nature Neuroscience – AOP doi: 10.1038/s41593-020-0624-8,
2020].
Scoperto nella
scimmia un prototipo del fascicolo arcuato umano che sposta di 20
milioni di anni l’origine delle vie della parola. Il fascicolo
arcuato, che collega le aree recettive temporali posteriori del linguaggio
con quelle esecutive anteriori a sede frontale inferiore, è tradizionalmente
considerato un correlato della funzione esclusivamente umana della parola. A
lungo si è dibattuta l’esistenza di un precursore in primati subumani, nei quali
è assente una formazione macroscopicamente evidenziabile simile a quella umana.
Fabien Balenzeau e colleghi
hanno scoperto una via di connessione omologa che origina dalla corteccia
acustica, studiando il cervello di piccole scimmie, di scimmie antropomorfe
e di soggetti volontari, che hanno fornito il diretto confronto morfo-funzionale
con l’uomo.
Sono stati registrati e valutati
i campi funzionali della corteccia uditiva e sono state analizzate le
connessioni mediante DW-MRI (diffusion-weighted
magnetic resonance
imaging). La scoperta – come affermano gli stessi autori – stabilisce l’esistenza
di un prototipo uditivo del fascicolo arcuato in primati sub-umani,
e così rivela un’origine filogenetica che retrodata di 20 milioni di anni la
comparsa dei primi fasci di fibre mieliniche omologhe di quelle della
connessione chiave per la comunicazione verbale, e, infine, aiuta a comprendere
la trasformazione evolutiva morfo-funzionale della connessione. [Fabien Balezeau et
al., Primate auditory prototype in the evolution of the arcuate fasciculus. Nature Neuroscience
– 23, 611-614, 2020].
Nuovo metodo
per l’identificazione in 3D di proiezioni assoniche in tutto il cervello. I metodi
di visualizzazione ad alta risoluzione di circuiti neuronici in 3D nel cervello
integro stanno rivoluzionando il modo in cui si studiano la connettività e le
funzioni delle reti di cellule nervose. Per un uso migliore e più diffuso di
questa straordinaria possibilità è stato realizzato uno strumento
computazionale open-source per la quantificazione automatica e l’analisi
dei dati volumetrici, da Drew Friedman e colleghi. I ricercatori hanno
sviluppato uno specifico metodo, che sfrutta i recenti progressi nel machine
learning e supera i metodi esistenti in precisione, rapidità, facilità d’uso
e generalizzabilità per assoni di tipi neuronici
diversi. [Drew Friedman et al., Proceedings
of the National Academy of Sciences USA AOP – doi: 10.1073/pnas.1918465117, April
28, 2020].
Il punto di
vista di persone affette da disturbi dello spettro dell’autismo sulla ricerca. Una
tendenza recente negli studi sull’autismo prevede l’inclusione di persone
adulte affette dal disturbo nello staff che conduce lo studio. Questa pratica
sta spostando sempre più l’attenzione dalle cause e le cure all’aiuto pratico
delle persone affette nell’inserimento al lavoro e nella vita sociale. Una
nuova rivista, Autism in Adulthood, pubblica particolarmente questo tipo di
studi. [Cfr. Emily Willingham (ha un adulto autistico
in famiglia, a San Francisco) in Science 368 (6490): 440, May
2020].
Un’inibizione
comportamentale a quattordici mesi predice difetti a trent’anni di età. Dopo tre
decadi di osservazione per uno studio avviato 30 anni fa su bambini di 14 mesi,
Alva Tang e colleghi hanno fornito l’evidenza più convincente
che i bambini con un temperamento inibito a 14 mesi di vita diventano adulti
con un comportamento introverso e con minori abilità in alcuni domini relativi
al comportamento sociale e alla salute mentale. In questo studio è emerso anche
che l’attività cerebrale correlata al controllo cognitivo nell’adolescenza è strettamente
associata alla salute mentale dell’età adulta. Nell’insieme, i risultati evidenziano
che il fenotipo espresso a poco più di un anno di vita consente di prevedere le
caratteristiche che avrà lo sviluppo psichico e avranno alcuni tratti della
personalità e del temperamento. [Alva
Tang et al., Proceedings of the National Academy of Sciences USA AOP –
doi: 10.1073/pnas.1917376117, 2020].
La
mutilazione dei genitali femminili in Sudan è finalmente diventata un crimine. Fin
dalla fondazione, la nostra società scientifica si è impegnata per combattere
la barbarie delle mutilazioni genitali femminili (FGM), anche in ragione
del frequente trauma psichico causato nelle bambine e nelle ragazze, che sono
soggette spesso a sequele infiammatorie e infettive, oltre allo sviluppo condizionato
di disturbi d’ansia legati all’attività sessuale. La pratica dell’asportazione
di parte dei genitali esterni, che generalmente include il clitoride e un
tratto delle piccole labbra, ma spesso è realizzata nella forma più estrema e
violenta nota come infibulazione, non è prescritta da alcuna delle religioni
oggi praticate nel mondo, incluse le varie versioni dell’islam cui appartengono
coloro che la praticano.
Le FGM sono un’assurda
tortura, inflitta alle donne per controllarne il comportamento sessuale, secondo
un’usanza la cui origine si perde in un passato preistorico trasmesso per
tradizione orale: tagliare una parte delle pudenda femminili avrebbe
contribuito all’ordine mitico del mondo, secondo le cosmogonie arcaiche. L’interpretazione
antropologica riconosce nel rituale una rappresentazione simbolica di codifica
del ruolo dei sessi. Un’intensa attività internazionale di sensibilizzazione e
lotta contro questo costume barbaro, portato dall’Africa anche nel nostro paese,
è stata condotta in questi anni a partire dall’iniziativa di un Appello Internazionale,
promosso da AIDOS, NPWJ e TAMWA, associazioni alle quali si unirono Brain Mind
& Life International e Brain, Mind & Life Italia – Società Nazionale di
Neuroscienze (si veda nella sezione “IN CORSO” del sito: Appello contro le mutilazioni
genitali femminili) con un’imponente raccolta di firme per una petizione ai
capi di stato e di governo dei paesi africani.
L’Associazione Italiana
Donne per lo Sviluppo (AIDOS) è un’organizzazione non governativa (ONG)
delle Nazioni Unite (ONU) come No Peace Without
Justice (Non c’è Pace Senza Giustizia), all’epoca dell’appello presieduta
dalla nostra amica Antonella Spolaor; mentre TAMWA,
ossia Tanzania Media Women’s Association svolge un’intensa
attività di partnership con tante ONG, con ILO e UNICEF.
Sono state numerose le
iniziative di sensibilizzazione poste in essere in Italia in questi anni; in
particolare, siamo stati al fianco di Rita Levi-Montalcini quando a Roma è
stato presentato da Emma Bonino, con tante donne e numerosi protagonisti della vita
pubblica, un documentario sulle FGM, che ha mostrato a molti per la prima volta
scene cruente in cui delle donne adulte o anziane straziavano e mutilavano,
anche con cocci di bottiglia, le parti più delicate del corpo di donne giovani
o bambine urlanti.
Uno degli stati che ha
opposto la maggiore resistenza ad accettare l’introduzione di norme civili in
difesa delle donne, che prevedano l’istituzione del reato penale di mutilazione
dei genitali, è stato il Sudan. L’ONU ha stimato che l’87% delle donne di età
compresa tra i 14 e 49 anni in quel paese ha subito la mutilazione. Fino a
quando il Parlamento di Khartoum è stato controllato dal dittatore Omar al
Bashir, la questione è stata sempre esclusa dall’agenda dei lavori, e solo in
questi giorni si è riusciti a portare al voto un testo che prevede il carcere
fino a tre anni per chi compia questo crimine contro la persona. La legge
approvata sabato punisce sia la pratica clandestina sia la versione camuffata
da intervento sanitario perché eseguita presso ambulatori medici.
Si spera in una sorveglianza
civile efficace al fine di ottenere un’applicazione reale della norma, perché
un rapporto dell’UNICEF su 29 paesi dell’Africa e del Medio Oriente in cui il
barbaro rituale ha antiche radici, ha rilevato che, sebbene in 24 stati sia
divenuto un reato penale, la pratica clandestina è ancora estremamente diffusa.
Notule
BM&L-09 maggio 2020